Negli anni’70 il dottor Razzoli ideò la dieta a punti, essa a differenza delle altre diete non si basa sul numero di calorie di ogni singolo alimento bensì su un punteggio che li viene assegnato, si potranno mangiare tutti gli alimenti in quanto non esistono alimenti vietati.
In questa dieta a punti non esistono menù fissi: l’individuo in base al sesso, all’altezza e al suo peso avrà un punteggio preciso da raggiungere al giorno:
fino a 70 kg: fino a 18 punti,
da 71 a 80 kg: fino a 20 punti,
da 81 a 90 kg: fino a 22 punti,
da 91 a 100 kg: fino a 24 punti,
oltre i 100 kg: fino a 26 punti
e questo verrà calcolato scegliendo gli alimenti attraverso la tabella alimentare.
Chi segue questo regime alimentare può però incorrere nello sbilanciamento dei pasti, non attribuendo il giusto equilibrio tra proteine e carboidrati, pensando che basti calcolare il “punteggio giusto”.
La dieta a punti è adatta a chi deve perdere pochi kg e non ha alcun problema di salute, ma come per qualsiasi altra dieta è sempre consigliabile farsi consigliare e seguire dal proprio medico di base.